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Intervista a Michele Ridolfo, CEO e co-founder di Wonderful Italy, la destination management company che porta lavoro e ricchezza alle comunità locali grazie alla valorizzazione del potenziale turistico inespresso.

Oltre 20.000 ospiti e 100.000 presenze registrate nei primi 24 mesi di vita, supportando oltre 200 fornitori di esperienze e gestendo 400 abitazioni private destinate all’accoglienza turistica. Wonderful Italy è la prima DMC (destination management company) italiana e ha come obiettivo quello di destagionalizzare i flussi turistici e valorizzare le professionalità e le aziende locali. Cofondata da Michele Ridolfo e Oltre Venture, oggi Wonderful Italy è attiva in Sicilia, Puglia, Campania, Liguria ed è in fase di espansione su tutto il territorio nazionale.

Michele, qual è stata la tua esperienza prima di fondare Wonderful Italy?

Prima di fondare Wonderful Italy, insieme a Oltre Venture, ho lavorato per Feat Food, Condé Nast, Peck, Levi Strauss, Magnum Photos. Ingegnere di formazione, ho trascorso i primi 10 anni della mia carriera nel mondo della consulenza strategica, lavorando per Boston Consulting Group e dividendo il mio tempo tra quest’ultima e il lancio di Yoox. Esperienze diverse e tutte in qualche modo formative, sia dal punto di vista del marketing sia dal punto di vista dell’ideazione e dello sviluppo di servizi commerciali, che sono tornate utili per esordire come imprenditore anche in un settore complesso come quello del turismo.

Che cosa fa Wonderful Italy?

Michele Ridolfo, CEO e co-founder di Wonderful Italy

Michele Ridolfo, CEO e co-founder di Wonderful Italy

Il nostro obiettivo è quello di sviluppare il potenziale di località turistiche meno frequentate dai grandi flussi internazionali, tramite la gestione dell’ospitalità in case private e la vendita di esperienze autentiche e territoriali. Facilitiamo lo sviluppo economico di città e territori attraverso il turismo, e lo facciamo a partire dalla formazione e aggregazione di imprese che altrimenti non esisterebbero, o che non avrebbero le possibilità di attrarre flussi turistici consistenti al di fuori dei mesi estivi. In estate, in certe località della Sicilia, è facile riempire le case o portare turisti in tour per la regione: più difficile farlo fuori stagione, senza soluzione di continuità, puntando su esperienze uniche e coinvolgenti.

Ci racconti un esempio concreto?

Per attirare i turisti al di fuori delle stagioni estive è necessaria una motivazione forte: noi ci concentriamo sull’offerta di esperienze che rispondano a passioni concrete e verticali, come lo sport, la cultura o il vino. È il caso, ad esempio, del progetto “Yoga like a local”, un “pacchetto turistico” dove le persone possono seguire corsi di yoga con maestri locali certificati e raccomandati da noi, immersi in una realtà cittadina ricca di altre esperienze da vivere e scoprire gradualmente (all’opposto delle offerte “mordi e fuggi”).

Qual è la soluzione che distingue Wonderful Italy da altre aziende simili?

Il valore aggiunto di Wonderful italy sono gli “hub”, aziende locali che fondiamo o che aiutiamo a crescere attraverso l’acquisizione di quote di controllo. Grazie a una presenza fissa sul territorio, siamo infatti in grado di studiare la realtà locale e di fare rete con gli attori presenti per avere un maggiore impatto sociale, mettendo in contatto tra loro professionisti, tour operator, imprenditori o aspiranti tali. Non ci inventiamo nulla, ma ci caliamo nei diversi contesti locali per valorizzare e far emergere il potenziale turistico e rendere quest’ultimo un volano per l’intera economia (e un argine allo spopolamento e all’emigrazione).

Qual è stato il ruolo di Oltre Venture?

Fondamentale, direi: sia perché l’idea di Wonderful Italy nasce da un’intuizione del team di Oltre Venture, sia perché ha contribuito all’ingresso di altri investitori nel capitale della società. Come imprenditore, apprezzo in particolare l’approccio “hands on” di Oltre Venture, che rende quest’ultimo un partner con cui dialogare costantemente e liberamente, per elaborare insieme la strategia e le soluzioni ai problemi che emergono durante l’attività quotidiana.

Quale sarà il futuro del vostro settore?

Il turismo esperienziale sta andando verso una maggiore professionalizzazione, per cui ci sarà sempre più bisogno di qualcuno come noi che aiuti il professionista locale a costruire il prodotto, e curare ogni dettaglio dell’esperienza di ospiti sempre più esigenti. Infine, credo che un elemento cruciale sarà quello della sostenibilità dell’offerta esperienziale: se è vero che lavoriamo in zone dove non sempre è assicurata la raccolta differenziata, siamo attenti a offrire prodotti e servizi sostenibili, dal “courtesy kit” riciclabile ai detersivi ecologici, attraverso partnership con aziende locali e di eccellenza. Ovviamente, tutto questo non sarebbe possibile senza la collaborazione dei nostri ospiti.